E così, pieni di entusiasmo, siamo partiti per la Slovenia con il cane. Da cosa potevamo iniziare il nostro tour se non dal lago di Bled, “IL” luogo simbolo di questo piccolo Paese?
È stato un viaggio a dir poco insolito per noi: per la prima volta dopo dieci anni eravamo senza figli. Ma dal baule della macchina spuntava il lungo naso di Atena che con i suoi grandi occhi languidi sembrava chiederci preoccupata dove diavolo stessimo andando.
Il primo viaggio con il cane verso la Slovenia!
Cosa ci aspettava? Ci avrebbero fatto problemi? Atena sarebbe stata tranquilla e obbediente come al solito? Avremmo dovuto rinunciare a delle visite?
Insomma, un sacco di punti di domanda ma una gran voglia di partire.
Viaggiare sulle autostrade slovene: la vigneta.
La prima cosa che ci aspettava era la famigerata vigneta.
Per viaggiare sulle autostrade slovene è infatti necessario acquistare un tagliando da apporre al parabrezza. Ci metti un attimo ad attaccarla e un’ora per riuscire a toglierla… ma questa è un’altra storia.
Si può acquistare nelle aree di servizio prima del confine, ma il dubbio amletico era: “Quanto vicino al confine?!”
Fortunatamente, sul sito delle Autovie Venete abbiamo trovato tutte le indicazioni.
Noi ci siamo fermati nell’area di sosta di Duino. È molto piccola, quindi, probabilmente nei periodi di alta stagione non è consigliabile, ma è accanto ad un’area verde dove anche Atena ha potuto sgranchirsi le gambe.
Il lago di Bled. Con il cane.

Il Castello di Bled e la chiesetta di S. Martino.
Il lago di Bled è letteralmente un luogo da cartolina. Alcuni non ne apprezzano l’eccessiva perfezione, ma il castello che si innalza fiero dalle rocce e la luminosa chiesetta di S. Martino che si specchia nell’acqua sono quanto meno affascinanti.
Il lago prende il nome dalla cittadina che si trova sulla sponda orientale. Dal momento che una larga parte della cittadina è pedonale – meraviglia! – abbiamo parcheggiato nella parte più esterna del villaggio.
Ci sono parecchi parcheggi, tutti a pagamento. Ovviamente quanto più siete vicini al lago, tanto più alte sono le tariffe. Il costo del parcheggio è comunque più che accettabile: per una sosta di circa quattro ore abbiamo pagato €2,50.
Ma torniamo a Bled.
Ho avuto la sensazione di essere capitata in un’epoca indefinita. Non fatico a credere che fosse una delle mete più ricercate da parte della nobiltà europea dei secoli scorsi.
Ci siamo addentrati nel paese passando accanto al Municipio e all’improvviso ho iniziato a scattare foto all’impazzata.
Eravamo in centro, ma si respirava solo un’aria di tranquilla serenità. Nessuno rumore molesto, nessuna fretta, solo l’aria tiepida che ti accarezzava la pelle mentre ti riempivi gli occhi del verde delle acque e del bianco delle costruzioni.
Al lago di Bled i cani sono i benvenuti. Atena si è rifocillata sul prato inglese all’ombra degli alberi. Ci sono comode fontane da cui è possibile attingere acqua per gli amici animali. I cani possono salire sulle platna, le tipiche imbarcazioni a remi, sul trenino che percorre tutto il perimetro del lago e anche arrivare nel cortile del castello. Non possono invece entrare nei musei.
La chiesa di S. Martino a Bled

La Chiesa di S. Martino
Poiché il cane non poteva entrare nelle sale del castello di Bled, abbiamo deciso di non salire fino alla cima. Ci siamo fermati prima, alla chiesa di S. Martino.
Tutt’attorno c’è un delizioso giardino dove Atena è rimasta con Andrea e con me, mentre a turno visitavamo la chiesa.
Forse perché non mi aspettavo nulla di particolare, forse perché non avevo mai visto affreschi così attuali e reali, ma la Chiesa di S. Martino mi ha profondamente colpita.
All’inizio è stato l’oro e la luce ad abbagliarmi. Niente a che vedere con le buie chiese romaniche e barocche a cui spesso siamo abituati: tutto era splendente.
Poi mi sono lasciata rapire dagli affreschi. Erano vivi, veri, forti. Erano scene reali che sembravano sfondare la pietra e il tempo.
Dalle pareti uomini e donne dei nostri giorni parlavano di duro lavoro nei campi, di lotta, di morte e di speranza.

Affreschi della Chiesa di S. Martino
La prima impressione che ho avuto è stata quella di leggere un fumetto. Tutta la Via Crucis era dipinta in maniera talmente chiara che sembrava impossibile che il martello non cadesse da un momento all’altro sul chiodo della croce.
Ho cercato informazioni sul pittore, ma al di là del nome, Slavko Pengov, non sono riuscita a ricavare molto. Se passate da Bled, non rinunciate ad entrare.
C’è un cane sulla platna!

Una Platna sul lago di Bled
Ebbene sì, eravamo a Bled, potevamo rinunciare al giro sulla Platna fino all’isoletta in mezzo al lago?
Certo che no! I cani possono salire e Atena ha molto apprezzato il viaggio sulla tradizionale barca a remi.
Dopo un primo assestamento si è allungata sul fondo cullata dalle acque e incurante dei piedi altrui… quasi un miracolo data la sua timidezza.
Il viaggio fino all’isoletta dura circa 10 minuti e il barcaiolo ce ne ha lasciati 40 per visitarla. È davvero piccola e il tempo è più che sufficiente.

Isola di Bled ripresa dalla platna.
Sarà per attirare i turisti, sarà l’ambiente così romantico, ma su questo luogo ci sono tantissime leggende. Ovviamente dedicate all’amore.
Ho provato a convincere Andrea a portarmi in braccio per i 99 gradini di accesso all’isola, come da tradizione benaugurante dovrebbe fare lo sposo, ma, non so perché, ha preferito portarci il cane… Mah!

Il primo assaggio di Kremsnita
Tutti questi scalini mi hanno messo fame. Perché non provare la Kremsnita?
La stavo pregustando da quando abbiamo deciso di andare in Slovenia e rappresentava una tappa fondamentale dell’intero viaggio. Quella mattonella dolce di sfoglia, crema e panna montata doveva essere mia.
Così siamo andati nel luogo in cui si dice che sia stata inventata: nella caffetteria Park – dove tra l’altro c’è una terrazza sul lago fenomenale.
Ed eccola finalmente davanti a me.
Afferro la forchetta con l’acquolina in bocca ma… la sfoglia è umida e non si taglia bene. Peccato! Quando finalmente con infinita lentezza e grandissima frenesia riesco ad assaporarla… niente! Non sento niente!
Riproviamo: affondo la forchetta e porto il boccone alla bocca.
Solo un sapore pastoso di crema insipida. Mi aspettavo un tripudio di dolcezza e invece dopo qualche assaggio arriva anche la panna a rendere difficoltoso l’approccio. Una delusione! Andrea invece ha apprezzato.
La gola di Vintgar

Gola di Vintgar con le passerelle di legno sospese.
Non è un luogo del Signore degli Anelli, anche se in effetti l’ambientazione – oltre al nome – è più che mai azzeccata.
Si tratta di una lunga gola scavata dal fiume Radovna a soli 4 Km da Bled. Per arrivarci abbiamo percorso in auto una strada che attraversa case e campagna fino ad un parcheggio piuttosto isolato e nascosto.
Qui abbiamo fatto il nostro primo incontro speciale. Dietro la domanda “Siete Italiani?” è spuntato un ragazzo di Siena, partito alcuni giorni prima da casa con un’unica certezza: il 6 settembre avrebbe dovuto prendere l’areo di ritorno da Praga.
Come arrivarci e dove dormire erano dettagli. Un’avventura di 2 settimane circa in autostop, ospite di divani altrui.
Nessun timore, fino a lì aveva incontrato solo gente cortese e ospitale.
Quando ci siamo lasciati ci ha avvisato: “Se quando uscite non ci sono più, è perché probabilmente sono andato a Lubiana con un camionista polacco”. All’uscita non c’era più.
Torniamo alla Gola di Vintgar. Subito dopo il parcheggio c’è l’ingresso: si pagano €4 a testa e il cane può entrare. In circa mezz’ora siamo arrivati alla cascata Šum e al suo salto di 13 metri.
L’acqua ha la trasparenza cristallina del vetro e nei punti più profondi si colora di un verde cupo. Salti, guizzi, roccia e vegetazione accompagnano il visitatore che alla fine incontra anche un ponte abbandonato: spettrale ma magnifico.
Come finire la serata? Con un piatto di Cevapcici… ovvero spiedini di carne speziata. Non ho ben chiaro come ho fatto ad ordinarli perché la giovane cameriera non capiva il mio inglese e io non intendevo il suo. Comunque, ce l’abbiamo fatta.
Il secondo giorno ci aspettava Lubiana, capitale della Slovenia e uno dei momenti più toccanti della vacanza.
4 Commenti
Ciao! Molto utile il tuo racconto! Potrei sapere se Atena ha potuto farsi un bel tuffo? Il mio cane adora buttarsi in acqua!
Ciao Francesca!
No, Atena odia bagnarsi (e sporcarsi in generale… è un cane un po’ schizzinoso :))!
Anche per questo non abbiamo cercato eventuali spiagge aperte ai cani.
Ciao! Ma dove trovo la seconda parte relativa a Lubiana? Grazie.
Ciao!
E’ divisa in due articoli:
http://www.corsara.it/esplorare-lubiana-con-un-cane/
http://www.corsara.it/il-cimitero-monumentale-di-lubiana/