È iniziato il Festivaletteratura di Mantova e per cinque giorni la città diventa un paradiso letterario.
Passeggi per le vie e d’improvviso ti imbatto in autori, giornalisti e premi Nobel. Giardini, saloni e palazzi si animano e si aprono ai visitatori come grandi conchiglie che quasi stupite mostrano il loro tesoro.
Avevo già deciso di venire al Festivaletteratura di Mantova, ma quando ho aperto il programma ho sobbalzato: lì, tra le prime pagine, proprio il primo giorno c’erano loro!
Elena Favilli e Francesca Cavallo, le autrici di Storie della Buonanotte per Bambine Ribelli, il libro preferito di mia figlia, in vetta alle classifiche letterarie per ragazzi da settimane!
Così, con una Matilde in visibilio all’idea di incontrare le sue eroine, siamo salite sul treno verso la città virgiliana.
Un incontro speciale all’Archivio di Stato di Mantova
L’evento si è svolto presso l’Archivo di Stato e, per la precisione, nel cortile.
Pur amando moltissimo la storia e nonostante le mie ricerche, non ero mai stata qui. Lo spazio esterno era ben allestito, ma un po’ brullo per la verità: purtroppo la siccità di quest’anno non ha risparmiato neppure i cortili storici…
Comunque, ho scoperto che qui viene conservato l’intero patrimonio dell’Archivio Gonzaga che va dal 1328 al 1707. Parliamo di 20 km di scaffali che sorreggono tomi, lettere, pergamene e altre amenità simili scritti per mano di personaggi vissuti sette secoli fa… roba da farmi girar la testa!
Tutto questo ben di Dio non è sempre stato conservato qui, ma è stato adibito a questa funzione solo a partire dal 1868. Prima di tale data, queste mura hanno ospitato un convento di Gesuiti ed in effetti l’originale utilizzo si intuisce ancora oggi.

Le code per gli autografi all’interno del Cortile degli Archivi di Stato
L’inizio delle storie
Ma torniamo a noi: Storie della Buona Notte per Bambine Ribelli!
Quando le due autrici sono entrate “nell’arena” l’emozione era palpabile e non è bastato un applauso convinto per alleggerire l’aria. Ovviamente – e purtroppo! – il 95% degli intervenuti erano donne. Ma questo era ampiamente prevedibile.
Per rompere il ghiaccio, Federico Taddia, bravo ed ironico intervistatore, ha chiesto quando Elena e Francesca hanno percepito che “stavano facendo una cosa giusta”. E così è cominciato un racconto a due voci velato di emozione e carico di esortazioni.
Tutto è iniziato con una newsletter inviata a 22 persone. O meglio, l’idea di fondo, biografie per bambini delle grandi donne che hanno fatto la storia, era già stata pensata prima, ma solo con l’invio di quella newsletter sembra aver preso consistenza.
Quando in poco tempo, spontaneamente, gli iscritti alla newsletter passano da 22 a 4.000 allora Elena Favilli intuisce che forse si può pensare a qualcosa di più. Cercano sostegno al loro progetto nel crowdfunding sulla piattaforma Kickstarter e qui l’idea spopola, viene sovvenzionata e da idea diventa realtà.
Detta così sembra la “solita” storia di giovani brillanti che hanno l’idea giusta e improvvisamente fanno saltare il banco. In realtà, la loro storia è molto più complessa e umana. Prima di arrivare a Storie della Buona Notte per Bambine Ribelli Elena Favilli e Francesca Cavallo hanno creato diciotto prodotti diversi: “Alcuni sono andati male, altri benino”, ammettono. Ma non hanno mai smesso di inventare e provare.
Questo non è il solo ambito nel quale hanno dovuto lottare. Elena e Francesca hanno accennato al fatto di essere compagne anche nella vita. Tale “rivelazione” ha prodotto spiacevoli reazioni tra il pubblico del Festivaletteratura, fortunatamente limitate, ma di certo sgradevoli.
Posso solo immaginare cosa significhi provare quotidianamente sulla propria pelle l’invadenza del mondo e il giudizio di gente a cui non interessa nulla di chi sei e cosa puoi dare, ma ha solo l’arroganza di etichettarti come elemento “traviante” e negativo. Senza possibilità d’appello e indipendentemente da tutto.

Storie della Buonanotte per Bambine Ribelli
Un libro per bambini ribelli?
Una delle domande alle quali le due autrici devono rispondere più spesso è: “Quando farete un libro anche per bambini ribelli (maschi)?”
E la risposta e: “Questo è il libro per bambini (maschi) ribelli!”
Francesca Cavallo ha ricordato come da bambine ci identificassimo senza problemi nei personaggi maschili dei nostri libri o cartoni animati: Sherlock Holmes, l’Ispettore Gadget… Ma la cosa non appariva mai strana: le bambine sembravano invece forti e decise.
Diverso è il caso quando i bambini – maschi – trovano elementi positivi di identificazione con un’eroina: “Perché, tu che hai la fortuna di essere nato maschio, dovresti abbassarti e identificarti in una figura femminile?”, spiega Francesca. È un comportamento che viene spesso stigmatizzato e isolato.
Le eroine descritte in Storie della Buonanotte per Bambine Ribelli sono tante e tutte diverse e ogni bambino e bambina può trovare somiglianze o ispirazioni per mille motivi diversi. Ciò che accomuna tutte loro è la forza, il coraggio di non arrendersi e di cambiare le cose. Questo è ciò che dovrebbe importare.
“Ci fa davvero molto arrabbiare sentir dire che i bambini sono i cittadini del futuro. I bambini sono i cittadini del presente! Non possiamo aspettare di appassionarli al mondo che li circonda quando compiranno diciotto anni. Devono essere stimolati fin dall’infanzia. Abbiamo portato loro storie vere di donne vere che hanno preso in mano la propria vita e hanno cambiato la storia per dimostrare che si può fare”, puntualizza Francesca Cavallo.
Edizioni scomode
Talvolta cambiare, può voler dire riconoscere sè stessi. Come nel caso di una bambina originaria di Ceylon residente in Australia che aveva deciso di non mangiare più cioccolata nella speranza di diventare bionda e pallida come l’Elsa di Frozen. Quando ha scoperto nel libro la storia della modella sudanese Alek Wek, ha voluto che la madre la leggesse e rileggesse per giorni e giorni, fino a quando, dopo un mese circa, è ritornata a mangiare cioccolata.
Alcuni editori stranieri hanno fatto velate pressione affinché nel titolo non comparisse la parola “ribelle”. La connotazione ribelle, dicevano, aveva elementi negativi.
Elena e Francesca sono state assolutamente ferme nel rifiutare qualsiasi cambiamento: le bambine ribelli fanno sempre paura… più ancora dei maschi!
Conclusione di giornata

La firma degli autografi
Credo che Matilde si aspettasse di sentire i racconti delle cento donne racchiusi nel libro. Forse in alcuni momenti si è un po’ annoiata, soprattutto quando si facevano discorsi da grandi, sul crowdfounding o sulle startup.
Certo il momento più emozionante della giornata è stato quando finalmente si è trovata davanti le due autrici che sorridendo le hanno autografato il libro! Da quel momento in poi abbiamo raggiunto l’estasi!
Quindi, non posso far altro che ringraziare ancora una volta queste due donne e le loro eroine. In trepidante attesa del prossimo volume…
1 Commento
Bellissimo Sara!! complimenti.
Gemma